Vrooom!

Auto da corsa e corse in auto nel cinema

Autori: a cura di Alberto Morsiani e Serena Agusto

Editore: Associazione Circuito Cinema

Prima Edizione

È l’automobile il vero oggetto d’amore del cinema: è su di essa che si articola il paesaggio, è sul suo tempo che si sincronizza la velocità della macchina da presa. Nella sequenza iniziale di Giorni di tuono di Tony Scott, da un cielo nuvoloso, attraversato dai fulmini – la metafora, ovvia, è tra il rombo del tuono e quello dei motori – la macchina da presa scende tra la folla festante di un autodromo: bandiere che sventolano, auto rombanti, cofani alzati, caschi, scritte pubblicitarie, gomme che stridono. L’affascinante, un po’ folle mondo delle corse in circuito americane – già descritto dal grande Howard Hawks in due classici, L’urlo della folla e Linea Rossa 7000 – è introdotto con sottolineature mitizzanti: giustamente, perché si tratta di un universo totalizzante, che esaurisce i suoi abitanti. Il manager/costruttore Robert Duvall, ad esempio, nel segreto dell’hangar parla alle sue auto come fossero belle donne: «Ti farò una coppa dell’olio disegnata dal vento, ti abbasserò di mezzo pollice…».

Realizzato in occasione della mostra di Andrea Semprebon "Race Cars - Passione a quattro ruote"

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