Aspromonte – La terra degli ultimi

Aspromonte film 7264

Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell'Aspromonte calabrese, alla fine degli anni '50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi I bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l'opera. Giulia, la nuova maestra elementare, viene dal Nord, e vuole insegnare l'italiano. Ma per il brigante don Totò, quello che detta la vera legge, Africo non può diventare davvero un paese “italiano”. Il film è una favola arcaica  color fango e miseria, un racconto simbolico e nostalgico che esprime una mitologia familiare e un'appartenenza territoriale tanto genuinamente (e visceralmente) sentita quanto lontana dalla quotidianità di Calopresti e del produttore Lucisano. In modo semplice la sceneggiatura punta il dito contro I mille freni al progresso in Calabria, dalla miseria che toglieva I figli dalle scuole per trattenerli nei campi al senso proprietario dei genitori terrorizzati all'idea che “se costruisci la strada tuo figlio sarà il primo a partire”; dall'ignoranza che rende impossibile viaggiare anche solo con la mente all'omertà che impedisce agli ultimi di denunciare I propri taglieggiatori. Ispirato al romanzo di Pietro Criaco, il film racconta lo strazio autentico di chi ha visto I luoghi della propria infanzia spopolarsi e diventare paesi fantasma, e il legame fortissimo che continua a vivere in chi è docuto andare via, come il padre di Calopresti, emigrato a Torino per sfuggire a un destinoi segnato e crearne uno migliore per il figlio.

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